Dive in, esprimiamoci in Libertas

Dive in, esprimiamoci in Libertas

A cura della scaut Martina Buzzacchino

“Eravamo insieme, tutto il resto l’ho dimenticato”, credo non ci sia frase migliore per racchiudere l’esperienza di oggi.
È venerdì 4 Novembre, e noi, Raid Libertas, abbiamo invitato capi, vice ed adulti di sezione, a partecipare alla nostra impresa “Dive in, esprimiamoci in Libertas”, attraverso la quale impareremo a conoscerci l’un l’altro, e a stringere rapporti ancora più profondi tra di noi.
Durante la prima parte della serata, abbiamo mostrato un power point realizzato da noi, nel quale elencavamo dubbi, obiettivi, imprese e molto altro, riguardanti il nostro Raid, e ne abbiamo tratto anche un dibattito molto interessante, ma pensiamo all’impresa Dive In.
Successivamente infatti, abbiamo proposto loro un’attività molto particolare, la quale prevedeva di disegnare qualcosa che rappresentasse la propria persona nel miglior modo possibile, e posso assicurarvi, che anche attraverso la spiegazione di questi disegni, sembrava già che ci conoscessimo da sempre, abbiamo parlato di esperienze, stili e concezioni di vita, ma di solito, si discute meglio a stomaco pieno, quindi panini con la salsiccia per tutti (e passa la paura).


Soddisfatti della cena, arriva il momento serio della serata, attorno quel solito, bellissimo fuoco, che a dire la verità oggi non era proprio il solito, abbiamo iniziato la veglia. Dico che non era il solito fuoco, perché non era mai successo prima che tutti gli adulti si incontrassero per fare una veglia insieme, ma posso assicurare, che è davvero un’esperienza costruttiva.


La veglia trattava della comunicazione assertiva, e dell’assertività in generale, insomma la gestione delle emozioni, soprattutto in situazioni di conflitto. Tra canzoni, lacrime, risate e chiacchiere termina anche questa parte del progetto, e molto soddisfatti dell’operato, un bel pezzo di torta, e lumi spenti. Mamma mia che esperienza, da provare almeno una volta nella vita scaut, ma non c’è problema, perché grazie al nostro Raid, questi incontri si terranno spesso, e serviranno a tenere stretto quel filo, che tiene uniti tutti noi, in questa grande famiglia.

Ciao Clara,
oggi voglio raccontarti i miei sentimenti e le mie emozioni, visto che sei l’unica con cui riesco a farlo. volevo parlarti proprio di questo: non riesco a dire quello che penso, soprattutto se mi trovo in pubblico. Preferisco ascoltare e rispondere solo se interpellato, ma spesso senza rendermene conto finisco per dare ragione a chi mi parla senza pensarci su, praticamente in automatico. Poche volte riesco a contraddire le persone, non riesco a dire di sana pianta “questa cosa mi dà fastidio, per favore non farla più”. Non so perché sono così, non mi piace affatto e più ci penso e meno riesco a cambiare. Far valere le mie ragioni e dire a qualcuno cosa penso di una determinata situazione, sono cose che mi creano ansia. Ho paura di poter essere giudicato, paura che possano ritenermi strano, o che quello che dico possa mettere fine alle mie amicizie. È una situazione che non mi va più bene, mi chiudo a riccio e cerco di tenermi tutto dentro fino a quando la situazione non si risolve da sola. Vorrei che la gente avesse la sfera di cristallo per capire quello che provo senza dovermi esprimere, ma purtroppo non è cosi. In poche parole Clara, dover dire di mia iniziativa quello che mi fa star male o che non mi va bene, mi riesce difficile. Ma perché è così difficile esprimere i propri sentimenti? Comunque Grazie Clara, con te si che i miei macigni diventano piume.

Scusa se ti disturbo ancora Clara, ma almeno tu lo sai bene, Io sono una persona che tende a evitare il litigio, i litigi pesanti che ho vissuto in passato, anche con amicizie importanti per me, hanno sempre portato ad una rottura.
Di conseguenza, ora tendo a non dire la mia opinione in alcune situazioni per evitare di ritrovarmi sempre punto e a capo, rimango in silenzio, guardo in alto, ma non parlo.
ho sempre quella paura di essere giudicato per ciò che dico che regna sovrana nella mia testa, insieme a quella di allontanare da me le persone a cui tengo in seguito anche al più semplice conflitto.
Clara come faccio…? a volte non riesco o forse non so come fare per superare certi conflitti importanti che hanno fatto sì che questa paura si insediasse dentro di me, forse solo con il tempo e con la voglia riuscirò una volta per tutte a capire come dire la mia con la stessa tranquillità con cui la dico a te.

Clara ora mi ascolti, anche se
sono le 14:40 e probabilmente sarai stanca. Sono stufo… mi sento come John Coffey del miglio verde, tutto attorno a me mi rema contro, le persone che incontro sembrano volere da me solo soluzioni già pronte, pretendono il massimo e il massimo non sempre basta… e ultimamente basta sempre di meno. Trattenere i miei istinti non è facile, è quasi impossibile, ed è questo che mi fa stare male, mi fa sentire appesantito. Ogni discussione che si conclude con il mio sorriso falso, per non uscire fuori di senno, appesantisce sempre di più questo fardello, e alla fine della giornata, il peso è così tanto che ti toglie il sonno, e alla fine inizi a convivere con lui, ed in maniera ossimorica ti svuota dentro. È difficile non rispondere come vorrei, non alzare la voce, stare zitto con lo sguardo, non digrignare i denti, è difficile.
Però mi ricordo sempre perché lo faccio. Perché ogni discussione, ogni provocazione, ogni occhiataccia è una lama tagliente che taglia tutto ciò che hai davanti. E così, come una malattia che si diffonde in maniera pandemica, o come un grande incendio; una volta iniziato il processo, non mi fermo più. Non mi fermo finche non c’è più niente da tagliare, non c’è niente da bruciare. In cuor mio so, che non è questo che voglio. Pensare a questo alleggerisce il mio fardello, e riempie un po’ quel vuoto che porto dentro. Clara ci sono volte che non basta, ma ogni giorno mi impegno a farmelo bastare.

È proprio questo quello che intendo, Clara, quando parlo di emozioni.
non capisco questa paura, paura delle reazioni altrui, è strano non credi?
passi ore ed ore a pensare a come esprimerti, a come dire le cose per cercare di non offendere e portare qualcuno a risponderti male per qualcosa che tu stesso pensi.
fai le prove davanti allo specchio, “cerca di avere un’espressione rilassata” ti dici, registri anche 10 volte lo stesso messaggio vocale, “ma questo potrei dirlo meglio? si potrebbe offendere?”.
Spesso sembri spento ed assente, ma anche estremamente concentrato e poi, solo poi, esprimi le tue idee, cercando negli sguardi altrui approvazione e sostegno, ed alla prima espressione apparentemente in disaccordo, torni indietro, ripeti, ripeti, ti spieghi, “mi spiego meglio”, “quello che intendo è..”, ma non basta, perché dentro di te bruci, ti sciogli, “ecco bravo hai sbagliato a parlare”, questa frase ti perseguita, non riesci ad uscirne, eppure sarebbe la soluzione più facile al problema.
Come posso comunicare, se il confronto mi spaventa così tanto? cara clara, con te è bello parlare, mi ascolti, non mi guardi con rabbia, non giudichi le mie idee, e non potresti mai aggredirmi… forse, perché sei solo un semplice peluches.

Monologo di introduzione della veglia, accompagnato da sottofondo musicale suonato con la chitarra.