La stretta di mano scaut, le probabili origini
tratto da Tracce 2015 numero 1 (rivista Scout d’Europa)
Solo noi Scout ci salutiamo così, e per di più incrociando i mignoli… che talvolta mi fa pure il solletico! Ma da dove nasce questa strana idea e perché ci salutiamo così? Il porgere la mano sinistra per salutare i fratelli Scout è un’idea avuta da Baden Powell nei primi anni del Movimento: voleva infatti che ci fosse un modo per riconoscerci, perché in un semplice, piccolo gesto potessero essere racchiusi i sentimenti di amicizia, fratellanza tipici di noi Scout anche di fronte a persone sconosciute.
Però B.P., pur proponendo questa tradizione, non ha mai raccontato da dove gli è venuta l’idea.
Una spiegazione è dovuta a Lord Rowallan, (un famoso Capo Scout inglese degli anni ’50) il quale scrisse:
“Durante l’estate del 1946, un giovane dell’Africa occidentale, di nome Djabonar, è venuto a Gilwell Park per guadagnare il suo brevetto Wood Badge. Sperava anche di diventare Vice Commissario dell’Organizzazione per la Gold Coast. Quando il Capo Campo parlò della stretta di mano sinistra, Djabonar gli disse come alla caduta di Kumasi, la capitale del re Prempeh, il capo del popolo Ashanti, suo nonno, che era uno dei capi, si fece avanti verso B.P. e gli tese la mano sinistra. B.P. gli porse in cambio la destra, ma il Capo disse: “No, nel mio paese al più coraggioso dei coraggiosi si stringe la mano sinistra”.
Una versione un po’ di versa della tradizione della stretta di mano sinistra fu fornita da Lady Olave, moglie di B.P., la quale a ffermò:
“La stretta di mano sinistra, comune a Scouts e Guide in tutto il mondo e loro caratteristica peculiare, ha un’origine romantica. Il Fondatore la spiegava raccontando la storia di due tribù in Africa che erano costantemente in guerra tra loro, fino a quando improvvisamente un giorno il capo di una di esse ebbe un cambiamento dei propri sentimenti. Andò sul confine del proprio territorio e, quando apparve il capo della tribù avversaria, gettò lo scudo e gli tese la mano sinistra in segno di amicizia, dicendo che questa era la prova che egli era venuto disarmato e con uno spirito nuovo. L’altro capo gli rispose immediatamente e questo scambio della mano sinistra fu poi considerato come un segno di amore e di fiducia per coloro che vivono una stessa Legge e una stessa Promessa“.
E i mignoli intrecciati?
Pare che anche questa tradizione abbia origini antiche e lontane. I Boy Scouts of America nel loro Handbook for boys (Quaderno per ragazzi) del 1914 (più di 100 anni fa!!!) scrivevano:
“La stretta di mano Scout è fatta con la mano destra, mettendo le dita nella stessa posizione del segno scout. Le tre dita distese rappresentano le tre parti della Promessa Scout e la posizione piegata del pollice e del mignolo rappresenta il nodo, o il legame, che unisce insieme queste parti in una forte unità. Uno Scout stringe la mano ad un altro con una calorosa stretta di mano, con le tre dita centrali distese in linea retta lungo il polso dell’altro, e con il pollice e il mignolo strette intorno alle altre dita”.
Intorno al 1926 i Boy Scouts of America modificarono la stretta di mano, spostandola alla mano sinistra, ma sempre con i mignoli incrociati. La stretta di mano con i mignoli incrociati sembra essere stata introdotta in Italia dalle Aquile Randagie, i gruppi che di nascosto dal regime fascista negli anni ‘30 hanno continuato a fare attività, le quali probabilmente la appresero in qualche incontro Scout internazionale al quale parteciparono clandestinamente. Con questa stretta di mano le Aquile Randagie riuscivano a fare il saluto Scout in maniera dissimulata e senza dare nell’occhio e in questo modo potevano riconoscersi come fratelli Scout. Per questo motivo il saluto con i mignoli incrociati ha una particolare importanza per le varie associazioni Scout in Italia.
”Se un estraneo vi fa il saluto Scout, dovete riconoscerlo subito facendo lo stesso saluto e quindi stringergli la MANO SINISTRA. Se poi egli vi mostra il suo distintivo Scout, o vi prova che è uno Scout, dovrete trattarlo come un fratello Scout e aiutarlo in ogni cosa che potete”. Chiacchierata n. 3 di Scoutismo per Ragazzi