L’ultimo campo esploratori non si scorda mai

L’ultimo campo esploratori non si scorda mai

a cura della Scaut Patrizia Morea (CP Cobra)

Finalmente è arrivato il giorno più atteso dell’anno: quello della partenza per il campo. Era da tanto tempo che ne parlavamo soprattutto tra noi Capi Pattuglia…perché in fondo era il nostro ultimo campo da Capi e per l’emozione non stavamo più nella pelle, un’emozione indescrivibile.

I giorni precedenti del campo sono stati impegnativi tra la sistemazione dei materiali, attività etc.

Soprattutto per la progressione verticale degli scaut: Gabriele Marraffa, Patrizia Morea e Filippo Pavone che avrebbero dovuto fare la loro impresa dello scelto.

Il 2 agosto è stato il giorno del raduno per la partenza e appena caricato gli zaini nel pullman, abbiamo salutato i nostri genitori e via a tutto gas ci siamo diretti al Rifugio Conserva di Lauria (PZ). Durante il tragitto abbiamo gridato, cantato e ballato tutti insieme.

Giunti al posto ci siamo fermati al Rifugio Conserva (1375 m slm) in cui i lupetti avrebbero vissuto la loro vacanza di branco e dove c’era anche la loro mensa, così abbiamo scaricato gli zaini e il materiale.

Poco più distante c’era il nostro campo esploratori, posizionato in un fitto bosco più su (1425 m slm). Con Andrea ci siamo organizzati per montare le Jamboree nei posti più adatti e abbiamo individuato anche il posto dei vari sotto campi di pattuglia. In un’oretta abbiamo montato tutte le tende e subito dopo ci siamo divisi i pali per la costruzione delle mense e delle cucine da campo.

Successivamente, con il materiale dell’animazione, ognuno di noi si è creato i vestiti per la Cerimonia di apertura del Trofeo “Olympicus”. Nella sfilata dell’apertura dei giochi tutti hanno sfoggiato diverse idee di vestiario con tante contrastanti sfumature di colori. La prima sera, abbiamo potuto godere di cenare in maniera centralizzata, quindi prendemmo tutte le gavette e scendemmo giù al campo dai lupetti cantando canzoni scout. Successivamente, tornati su al campo esploratori abbiamo svolto svolto la Cerimonia di Apertura del Trofeo che si è svolta molto bene creando una vera atmosfera molto olimpica. Durante tale cerimonia, ogni pattuglia acquisì il nome di un popolo antico: Galli, Romani, Greci e i Fenici.

I giorni successivi entrammo nel vero e proprio ritmo da campo e incominciammo a cucinare a fuoco ognuno nei propri sottocampi di pattuglia, sia pranzo che a cena mettendo così alla prova l’organizzazione di pattuglia e devo dire che è stato al quanto divertente, quando ci si prepara il cibo da soli sembra tutto più buono.

Nei giorni successivi, le olimpiadi hanno alternato attività sportive di squadra (di pattuglia) e quelle individuali. Quelle di squadra furono organizzate dall’esploratore Filippo Pavone nell’ambito della sua impresa dello scelto, mentre i giochi sportivi individuali furono ideati dalla scaut Patrizia Morea sempre nell’ambito della sua Impresa dello Scelto. Tutti i popoli gareggiavano ai giochi e le competizioni erano articolate su varie giornate. La prima competizione che è toccata ai popoli era la corsa dei cento metri, i materiali utilizzati sono stati: nastro bianco e rosso e un cronometro per calcolare il tempo conseguito. La seconda giornata gli atleti si sono impegnati per centrare il bersaglio con il tiro all’arco e questo gioco non è risultato semplice per tutti.

Per questo gioco c’è stato bisogno di una misura di sicurezza atta a frenare la corsa delle frecce, quindi avevamo posizionato alle spalle del bersaglio un telone teso con due cordini. A inizio del gioco ho spiegato tutte le varie tecniche e posizioni del tiro con l’arco, sia per mirare che per scoccare le frecce nella massima sicurezza per se stessi e degli altri. I materiali utilizzati sono stati: un telone, due cordini, il bersaglio, il cavalletto e l’arco con le frecce.

Nella terza giornata i popoli erano pronti per usare tutte le loro forze per il lancio del vortex . I materiali utilizzati per il gioco sono stati: una rullina metrica da 30 m e un nastro bianco e rosso. La Quarta giornata era abbastanza leggera per gli atleti, il materiale di utilizzo è stato: il bersaglio con le freccette e un telone e un cordino per tenerlo appeso.

A metà campo ci fu la proiezione del cortometraggio dell’Impresa dello Scelto degli scaut Gabriele Marraffa e Filippo Pavone la cui realizzazione è stata fatta nei giorni precedenti al campo con molta attenzione ai minimi particolari. Al corto hanno partecipato diversi esploratori e ognuno aveva una parte del copione da recitare, copione interamente realizzato da Filippo e Gabriele, la storia si è sviluppata in diverse location ed è stato veramente divertente fare le varie registrazioni. Al termine della proiezione del cortometraggio Filippo e Gabriele hanno organizzato una veglia sulla morale della storia rappresentata nel film.

Quasi ogni sera c’era un fuoco di bivacco di reparto o generale con i lupetti dove abbiamo dato vita a momenti di spensierata allegria con canzoni, bans, scenette e piccoli giochi scenici. Per gli esploratori le veglie solo la parte più intima e speciale che ci possa essere, ogni sera c’era una veglia basata su temi diversi.

A ridosso degli ultimi giorni di campo ci fu la realizzazione del percorso hebert a cura degli esploratori Patrizia Morea e Gabriele Marraffa con l’aiuto di tutto il reparto. Il primo ostacolo, ideato da Patrizia, è stato il passo del giaguaro, inizialmente era stato progettato con dei paletti infossati nel terreno, ma non si è potuto fare cosi ma abbiamo sfruttato ciò che avevamo a disposizione come un tavolo da pic nic passandoci sotto. Come secondo ostacolo vi era il passaggio alla marinara semplicemente legando in modo ben saldo una lunga corda fra due alberi. Vi sono stati poi dei progetti in comune come il Sali e salta un palo fissato orizzontalmente a due alberi con due quadre ad una altezza di 1 metro, altri due pali sopra in verticale fissati con due legature quadre. Un altro ostacolo era l’asse di equilibrio sospesa, pero per problemi di tempistica non si potuto più fare. Come ostacolo finale c’era la pertica fissata ad un albero, alla cui sommità vi era appeso un fischietto per segnalare la fine del percorso e lo stop del tempo. Lo svolgimento del percorso hebert è avvenuto suddividendo in due le pattuglie al fine di sfruttare meglio i tempi morti, così mentre alcuni incominciavano il percorso hebert e gli altri si dedicavano al lancio del vortex.

L’hébertismo (in francese hébertisme) è una filosofia di vita sviluppata da Georges Hébert all’inizio del Novecento basata sul Metodo Naturale di Educazione Fisica, Virile e Morale (in francese Méthode Naturelle o MN) e focalizzata sull’ottenimento di uno «sviluppo fisico completo attraverso un ritorno ragionato alle condizioni naturali di vita».

Per tale sviluppo fisico, ma nello stesso tempo mentale e spirituale, (il cui motto è «Essere forti per essere utili») Hébert individuò le dieci famiglie di esercizi naturali che l’essere umano dovrebbe padroneggiare:

  1. Arrampicata
  2. Corsa
  3. Equilibrio
  4. Lancio
  5. Lotta e Difesa
  6. Marcia
  7. Quadrupedia
  8. Salto
  9. Sollevamento e Trasporto
  10. Nuoto

L’hébertismo è stato adottato dallo scautismo (che ha nella cura della salute e della forza fisica uno dei quattro punti fondamentali di educazione dei ragazzi), prima in Francia e in Belgio, e successivamente anche in Italia nel 1949 grazie al belga Jean Hendrickx,

Tutti i punteggi e i tempi dei vari giochi li ho riportati su un cartellone dei punteggi, scrivendo ogni singolo nome di atleta e sport da svolgere.

Arrivò infine il momento tanto atteso dell’Hike di Pattuglia, capimmo subito che sarebbe stato un hike molto diverso rispetto al passato, fu infatti un hike di alta montagna. La Pattuglia Cobra e la Pattuglia Falchi avevano lo stesso percorso e inizialmente procedevano a pochi minuti di distanza, dovevamo scalare la seconda vetta del Massiccio del Sirino, ossia la Timpa Scazzariddo a 1930 m slm, per poi scendere fino alla Selletta del Sirino a 1815 m slm e giù per una ripidissima discesa fino al Lago Laudemio a 1565 m slm.

La difficoltà del percorso non era tanto nella sua lunghezza, quanto per la forte pendenza, infatti è stata una vera e propria scalata. Dopo un’oretta le Pattuglie Cobra e Falchi procedevano insieme nella scalata, la fatica di una salita impegnativa è stata fortemente ripagata già nel momento in cui siamo usciti fuori dalla linea del bosco, dove camminando sul crinale del monte abbiamo goduto di un panorama mozzafiato, ma la vera scarica di adrenalina si è realizzata proprio in vetta, dove ci siamo ritrovati anche con le Pattuglie Leoni e Giaguaro e dove abbiamo pranzato insieme e fatto tantissime foto di gruppo e selfie con i cellulari.

La discesa, se vogliamo è stata ancora più impegnativa, ci ha praticamente costretto a camminare a carponi con passi laterali, diversamente era facile scivolare, il percorso era poi una pista da sci piena di massi. Coi piedi a pezzi siamo arrivati al bellissimo Lago Laudemio che già vedevamo dalla vetta. Li ogni pattuglia si è scelto un angolo dove costruire il proprio riparo di fortuna, dopo la cena venne il momento per una bellissima veglia di pattuglia.

L’indomani è stato bellissimo svegliarsi nella natura, dopo aver smontato il rifugio e chiuso gli zaini siamo ripartiti per il Campo Base affrontando una ripidida discesa, il rientro è stato celebrato da tutta la sezione con musiche e pallocini che i lupetti ci hanno regalato.

Passato l’hike, si sa, il campo volge al termine, non prima di svolgere il grande gioco. Il Grande Gioco inizio con molta carica e grinta dei vari popoli, il capo reparto spiego tutte le regole e i vantaggi che potevamo si potevano avere.

Il grande gioco duro un paio di ore effettive con la pausa pranzo. L’ultima sera ci fu la cerimonia per la consegna dei brevetti, alcune promesse e la cerimonia dei nomi di battaglia, ma soprattutto la consegna degli Esploratori Scelti a Patrizia, Gabriele e Filippo.

Il giorno seguente abbiamo smontato tutte le tende e le costruzioni da campo, raccogliendo tutti i materiali e facendo la pulizia del campo. Caricato i furgoni e siamo ripartiti per tornare a casa. L’ultimo campo esploratori non si scorda mai. Ma neanche il primo.

È stata una esperienza fantastica e indimenticabile.

Buona caccia!