Rispetto ed onestà nella vita camminano per mano
a cura della Scaut Martina Andrisani (CP Leoni)
E’ di notte che si percepisce meglio il frastuono del cuore, il ticchettio dell’ansia, il brusio dell’impossibile e il silenzio del mondo, di notte ogni cosa assume forme più lievi, più sfumate, quasi magiche. Ed è per questo che sono qui per raccontarvi di una delle notti più magiche che ho mai vissuto. Noi del reparto Hogwarts armati di coraggio e vitalità ci siamo addentrati con le nostre quattro pattuglie sui monti della Sila per dare inizio al nostro campo estivo 2018, ed è proprio qui che inizia la nostra grande avventura. Sapevamo già, appena arrivati, che avremmo dovuto affrontare una delle più emozionanti esperienze di quell’estate: L’hike di pattuglia.
Un momento unico e straordinario dove si cresce, si gioca e si ride in armonia. Vi racconterò l’appassionante vicenda di due pattuglie unite che condividono la voglia di crescere, di volersi bene e il desiderio di restare amici per sempre. Al lume di una lanterna, al caldo di un sacco a pelo e al riparo da un telone noi della pattuglia Leoni e la pattuglia Falchi ci eravamo riuniti per dare inizio all’emozionante veglia di pattuglia di quella notte. C’erano stati dati dei racconti da leggere insieme e da comprendere, tutti insieme allora abbiamo scelto ‘’Il seme di Kaori’’.
Narrava la storia di un principe cinese che non aveva ancora trovato moglie. Il padre era preoccupato: − Quando morirò tu dovrai diventare imperatore, ma lo diventerai solo se sarai sposato. È così che stabilisce la legge, perciò – figlio mio – trova moglie.
Il principe seguì il consiglio di un saggio e decise di radunare a palazzo tutte le fanciulle del suo regno.
− La più degna colpirà il mio cuore e diventerà mia sposa − ripeteva tra sé e sé il principe.
Il giorno stabilito si presentarono a palazzo le più belle e affascinanti fanciulle del regno, avvolte in abiti ricchi e luccicanti.
Tra loro c’era anche la figlia di una serva del re, Kaori, che non era bella. Non era neanche ricca. La madre aveva cercato inutilmente di trattenerla a casa: − Non andare, il principe non ti degnerà di uno sguardo, non puoi competere accanto alle altre…
Kaori era stata irremovibile: − Andrò a palazzo, madre. So che non potrei mai essere io la prescelta, ma avrò almeno la gioia di avvicinarmi per un attimo al principe.
Il principe annunciò la sua sfida: − Benvenute, voi tutte. A ciascuna di voi darò un seme, e colei che fra sei mesi mi porterà il fiore più bello diventerà mia sposa, la futura imperatrice.
Kaori prese il suo seme e, appena tornata a casa, lo piantò in un grande vaso di argilla. Ogni giorno gli portava acqua, si assicurava che non patisse il freddo, che non assorbisse troppa umidità, che i raggi del sole non lo colpissero direttamente e troppo a lungo. La madre, guardando la sua perseveranza, pensava: − Il principe dovrebbe sposare lei, per la grandezza del suo amore paziente…
Dopo un mese dalla terra del vaso di terracotta non era spuntato alcun germoglio. Nulla.
Kaori consultò anziani giardinieri, applicò i loro consigli.
Non crebbe nulla. Dopo sei mesi il seme non era cresciuto. Niente. Neanche una minuscola fogliolina.
Arrivato il giorno dell’udienza dal principe, Kaori decise di portargli ugualmente il suo vaso, come segno del suo amore paziente.
− Figlia mia, non andare! − le ripeteva la madre fin dall’alba − Come credi che reagirà il principe, vedendo un vaso vuoto?
Giunta a palazzo, Kaori si mise in fila dietro a centinaia di giovani donne che tenevano tra le mani fiori bellissimi, stupendi, dai profumi inebrianti. Il principe ammirava ogni fiore che passava davanti a lui.
Quando le si presentò davanti Kaori, il principe scrutò il vaso colmo solo di terra con grande attenzione.
Dopo di lei sfilarono altre fanciulle, tutte orgogliose dei loro magnifici fiori.
Alla fine il principe si alzò dal trono ed annunciò la sua decisione: − Mia sposa diverrà quella giovane donna che tiene il vaso di terracotta da cui non è cresciuto alcun fiore.
Le altre reagirono stupite: − Ma come? Non è giusto! Che decisione è questa?
Il principe le fece tacere con un cenno della mano e spiegò: − Quella donna è l’unica che ha saputo far crescere il fiore dell’onesta. È degna di diventare imperatrice. I semi che vi ho dato erano senza vita, sterili; non avrebbe mai potuto crescere nulla da quei semi.
Kaori e il principe si sposarono il primo giorno di primavera e la loro vita insieme fu felice.
Questo antico racconto giapponese ci insegna che l’onestà personale non conosce stagioni e non si basa sul tempo, sulle quotazioni di borsa, o sugli indicatori economici principali. O ce l’hai o non ce l’hai. Riflettendo su questa questione tutti insieme mi sono accorta che un unico pensiero ci accomunava tutti un amico è qualcuno con cui puoi dividere le tue emozioni più intime, qualcuno che è disposto a rischiare l’amicizia pur di dirti quello che pensa tu non dovresti fare… un vero
è qualcuno che ci tiene tanto da dirci cose che non vogliamo sentire ed è anche difficile stringere legami del genere tra di noi , ma quando succede sfidano il tempo e la logica. Perché ci sono legami che sono semplicemente destinati a esistere. Ed è così che quella notte, tutti insieme, abbiamo compreso ancora una volta l’importanza dello stare insieme in totale sincerità , onestà confinando insieme gli uni negli altri.