Uniti per San Giorgio

Uniti per San Giorgio

a cura della Scaut Ilaria Chierchia della Ptg. Falchi

Quest’anno il raduno del San Giorgio si è svolto ad Andria. Noi della Sezione di Taranto 2 insieme agli scaut di Taranto 1, Domenica 28 aprile, ci siamo ritrovati in piazza Baden Powell, partenza fissata per le 6:45.

COSA E’ UN RADUNO SAN GIORGIO

Il 23 aprile lo scautismo festeggia il suo santo patrono San Giorgio, proprio per questo in Assoraider nella domenica successiva a tale data si effettua un campo o un raduno regionale a lui dedicato quale occasione d’incontro e di fratellanza tra le varie sezioni scaut della Puglia.

Dopo poco più di un’ora in pullman, siamo arrivati a destinazione, e sistemati gli zaini, ci siamo messi in quadrato per l’alza bandiera, insieme agli scaut di Statte e Andria . Vedere così tanti ragazzi è stato davvero emozionante, più di 500 persone che gridano uniti la loro passione, quella per gli ideali e i valori dello scautismo.

PERCHE’ B.P. HA SCELTO COME PATRONO SAN GIORGIO

Nel suo “Scautismo per ragazzi”, Baden Powell, richiama spesso la figura del Santo Cavaliere invitando ripetutamente gli scaut a rifarsi alle virtù eroiche di tale modello quale fonte d’ispirazione per il loro cammino di formazione educativa.

Infatti San Giorgio incarna gli ideali del cavaliere medioevale, difensore di miseri e indifesi,  che con cuore saldo e gioiosa fiducia, è sempre pronto ad aiutare e difendere il prossimo, soprattutto i più deboli.

La stessa Legge Scaut nasce come rivisitazione dei valori cavallereschi e pertanto trova in San Giorgio un modello di “fattibilità”.

Successivamente, ci hanno fatto radunare tutti intorno ad una grande piazza per mostrarci una realistica rappresentazione teatrale della vita di San Giorgio, patrono degli scaut, che riuscì a sconfiggere il drago per salvare la figlia del re.

Uno scaut a cavallo rappresentava il santo, mentre altri sotto un telone e con una grande maschera, rappresentavano il drago, una voce fuori scena raccontava le vicende.

La legenda aurea e San Giorgio

Si racconta che in una città della Libia di nome Selem vi fosse uno stagno di grandi dimensioni in cui si nascondeva un drago che, con il suo fiato, era in grado di uccidere chiunque. Per placare la sua ira e sopravvivere gli abitanti del posto erano soliti offrirgli due pecore ogni giorno; ben presto, però, i capi di bestiame iniziarono a diventare pochi, e così il popolo decise che l’offerta quotidiana dovesse essere composta da una pecora e un giovane estratto a sorte.

Un giorno, a essere estratta fu la principessa Silene, la giovane figlia del re, il quale, spaventato, offrì a metà del regno il proprio patrimonio: il popolo, tuttavia, non accettò lo scambio, visto che già tanti giovani erano periti per colpa del drago.

Nonostante diversi tentativi e numerose trattative che si erano protratte per giorni e giorni, alla fine il monarca fu costretto a cedere, e così Silene si avviò verso lo stagno. Mentre procedeva incontro al suo infausto destino, tuttavia, si imbatté in Giorgio, un giovane cavaliere che, venuto a sapere del sacrificio che di lì a poco si sarebbe compiuto, promise alla ragazza, tranquillizzandola, che sarebbe intervenuto per farla scampare alla morte.

Disse, quindi, alla principessa di avvolgere al collo del drago la sua cintura, senza timore: e, in effetti, così facendo la fanciulla riuscì a convincere la bestia a seguirla verso la città. La popolazione fu sorpresa nell’osservare il drago così vicino, ma ci pensò Giorgio a infondere loro fiducia, riferendo che era stato Dio a mandarlo ivi per sconfiggere l’ira del drago: il mostro sarebbe stato ucciso solo se gli abitanti avessero abbracciato il cristianesimo e si fossero fatti battezzare.

Così avvenne: la popolazione si convertì, e anche il re; il cavaliere Giorgio uccise il drago, il quale fu trascinato da otto buoi e portato fuori dalla città.

Poi abbiamo iniziato il Grande Gioco, che metteva alla prova le nostre capacità fisiche e tecniche. Il gioco era formato da una serie di basi che, ogni pattuglia doveva raggiungere e conquistare superando prove tecniche e di movimento in un tempo prestabilito.

La base per me più divertente, è stata quella in cui una maglietta indossata da un membro della pattuglia, doveva essere passata al successivo con all’aiuto di un terzo che la faceva passare da uno all’altro grazie al fatto che questi si tenevano per le braccia. In un’altra invece, con una spugna imbevuta d’acqua, bisognava fare un percorso per poi riempire una bottiglia con l’acqua strizzata dalla spugna. Altre basi riguardavano le nostre conoscenze sulla Rosa dei Venti, sul Morse e altri argomenti tecnici.

Dopo il Grande Gioco abbiamo mangiato il nostro pranzo al sacco, e continuato a divertirci facendo l’Ombrellone, lo Scalpo e bans vari, questo è stato un momento di aggregazione molto simpatico anche con gli altri reparti, con i quali molti di noi hanno fatto amicizia. Nel pomeriggio ci siamo riuniti in una grande piazza, dove avevano organizzato il Tiro alla Fune a tre pattuglie; ad un anello centrale erano legate tre corde, ogni pattuglia doveva tirare una fune per far entrare l’anello nella propria area.

Dopo quest’ultimo gioco, ci siamo messi nuovamente in quadrato per l’ammaina bandiera e i saluti e ringraziamenti di rito, e stanchi e emozionati per le esperienze fatte, abbiamo ripreso il pullman che ci ha riportato a casa.